Nato Frascà Con Michelangelo Antonioni
1965, con la scultura “Modulare cubico” (bianco)
Foto Marzio Marzot
“Modulare cubico” (bianco e giallo), 1965
IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma

Roma: “Modulare cubico” alla IX Quadriennale ’65

Il passaggio della diagonale, dalla tela alla scultura, dal Quadrato al Cubo

Punto di transito (mai di approdo) delle ricerche che dagli Strutturali su tela del 1963 condurranno Frascà al Rebis del 1967.

Le linee e strutture diagonali che s’erano espanse nella smaterializzazione cromatica investigata negli Strutturali, erano transitate negli studi sugli oggetti tridimesionali che, a partire dal Quadrato s’erano elevate al Cubo, attraverso i Vetri, le Gabbie e i Modulari cubici.

Scrive Frascà: “sviluppai il problema della coincidenza tra volume, spazio e piano, iniziando uno spostamento dal piano allo spazio e dalla superficie al volume … in un quadro di percorso spazio-temporale attorno all’oggetto. Tra il ’64 e il ’65, la realizzazione di strutture modulari aperte – nel modulare cubico lo spazio si richiudeva, compensandosi per illusione ottica – dove lo spazio scorreva liberamente, definiva in modo perentorio il concetto della simultaneità dello spazio-tempo, dimostrando, in modo sperimentale, che la coscienza vede, indipendentemente da ciò che l’occhio sta vedendo”.

“Cosa succede se sostituisco a due lati del cubo il corrispondente piano diagonale visualizzato?
Del Cubo mantengo la «personalità» essenziale alterandone i valori percettivi e sostituendo o arricchendo i valori formali”.

Ci troviamo (apparentemente) all’interno di un’ottica geometrico-percettiva.
Eppure, questo del rapporto occhio-coscienza, è un problema e un terreno tutto cézanniano; almeno in parte, perchè l’altra parte – quella ‘emotiva’ di Cézanne – appare a Frascà ancora tutta da scoprire e da interrogare, a partire da sé.

Diramazioni, in itinere

… appunti e schizzi sui Modulari
… Frascà alla IX Quadriennale del ’65
… “Dall’occhio al cervello”: primo testo su Gruppo 1
… cortometraggio “Le tendenze dell’arte contemporanea dopo l’informale”
… “GRUPPO 1: Uncini, Carrino, Frascà” un documentario di Emilio Marsili