Dal Daimon ai Demoni, con “sconcertante” passione (1950-58)

 

     … si cerca di tradurre, liberare e comunicare stati d’animo
N. Frascà

Nato Frascà (Roma, 1931 – 2006) ci ha lasciato un ricordo d’infanzia in cui il padre Paolo, conversando con un amico, confessava il suo stupore nell’osservare il figlio disegnare (“io non so tenere nemmeno una matita in mano”); e l’amico del padre, di rimando, osservare come il giovanissimo Nato avesse evidentemente in sé un “daimon”, che lo aveva, autonomamente, indirizzato all’Arte.
L’ultimo ricordo del padre, militante antifascista, si imprime, in un Nato adolescente, alle Fosse Ardeatine, quando le famiglie delle vittime della carneficina nazista accorrono alle cave ardeatine e, successivamente, cercano e forniscono elementi per il riconoscimento di ciò che dei poveri corpi è rimasto.
Una traccia del segno indelebile lasciato da quei giorni, Frascà lo trasferirà, ben più tardi, nella serie di disegni della fine degli anni ’50 dedicati agli Orrori della guerra.

Bucranio (1957)

scenografo, sul set del film Via Margutta con il regista Mauro Bolognini (1957)

da Bianco e nero (n. 8-9 del 1956), uno dei disegni di Frascà, nella sceneggiatura del film La parola di Carl Theodor Dreyer

Dal 1939 circa data la mia prima scoperta del disegno. Da allora non feci che disegnare a matita, istintivamente e con passione sconcertante. Nel 1949 ho avuto in regalo la prima scatola di colori è lì è cominciata la mia avventura col colore che prima avevo terrore sacro a toccare, pur sentendone un fascino indomabile.

N. Frascà

Frascà inizia a dedicarsi completamente alla pittura nel 1950; si era iscritto alla facoltà di Architettura all’Università di Roma, poi alla Pro-Deo (oggi LUISS) ed aveva seguito il corso di Scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Con il cinema, nel ruolo di scenografo, ed anche arredatore e costumista (ma sarà poi, ulteriormente, aiuto regista e regista e, in un caso, attore) può permettersi la Pittura: un “lusso” che richiede, per un giovane artista, delle attività parallele.
Una serie di disegni, tra il 1955 e il 1956, vengono pubblicati sulla rivista Bianco e Nero, edita dal Centro Sperimentale di Cinematografia.
E’ del 1953 una delle primissime opere che espone in una collettiva: La donna e la luna e lo specchio, agli “Incontri della Gioventù – I Mostra d’Arte del Lazio”, a Roma.
Dal 1958 ha uno studio in cui poter dipingere, in via del Gonfalone 11, una piccola traversa della via Giulia, al centro di Roma.