1964 ROMA Gruppo 1 Villaggio Olimpico
Viadotto di Corso Francia: Frascà, Uncini, Biggi, Pace, Carrino (foto Marzio Marzot)

1964, Roma, Villaggio Olimpico

Foto di insieme del “Gruppo 1”

Il Gruppo 1 costituisce una delle esperienze più significative nella storia dei “gruppi” artistici di ricerca nati in Europa tra la fine degli anni ’50 e i primissimi anni ’60.

Gruppo 1 nasce nel 1962 con sei membri: Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace, Pasquale “Ninì” Santoro, Giuseppe Uncini; Santoro esce dal Gruppo nel 1963, Pace nel 1964, Biggi nel 1965, e la formazione Carrino-Frascà-Uncini prosegue il cammino fino al 1967.

Gruppo 1 avrà tra i suoi più ferventi sostenitori Giulio Carlo Argan e sosterrà battaglie critiche anche aspre, che lo porteranno alla attenzione della critica anche oltre i confini italiani. Scrive Argan nel 1963: “Questi sei pittori non si sono raggruppati intorno ad un programma, ma ad una direzione di ricerca: l’esame di una situazione, la verifica di certi valori, l’esperimento di sviluppi possibili”.

Ha scritto Frascà: “… non eravamo tesi ad una escalation di tipo professionale o entro ristretti solchi culturali, ma proponevamo, quasi dionisiacamente e gioiosamente, una fusione sinergica fra linguaggi artistici e vita, esistenza e ricerca, in un flusso che cercava di versare continuamente energie nuove nei vecchi contenitori-stagni di matrice storicistica, per tentare di dissolverne le pareti divisorie e trasformarli in vasche comunicanti”.

Ricorda Carrino: “Nel Gruppo Uno gli schemi formali di base, individuati collettivamente come dati oggettivi, venivano pertanto risolti individualmente, nella visione soggettiva dei fatti cromatici, plastici, o delle ragioni e delle relazioni urbane, nonchè dei possibili materiali e delle tecniche in senso tradizionale e contemporaneo.”

La foto, scattata da Marzio Marzot – artista, fratello di Vera, allora compagna di Frascà – fa parte di una serie realizzata al Villaggio Olimpico di Roma, che era stato costruito da un pool eccezionale di architetti e ingegneri come residenze per gli atleti e le atlete delle Olimpiadi del 1960, poi utilizzate come case popolari.
Sullo sfondo, si notano, sulle coperture piane delle case in linea, i “torrini” in laterizio (che inglobavano i locali tecnici e gli stenditoi), contrappunti ovali nel disegno geometrico dei volumi.

Diramazioni, in itinere

… Gruppo 1 al Villaggio Olimpico
… un architetto ad un dibattito del Gruppo 1