Nato Frascà ritratto
con Piera Benedetti e Ninì Santoro
al Café de Flore, con Madeleine, Ninì Santoro ed amici

1961 Alla Galerie Levin con Ninì Santoro

un incontro tra compagni di scuola

In una brevissima autobiografia Pasquale “Ninì” Santoro ha scritto:
“Paola Argan mi presenta suo padre Giulio Carlo. La voglia di disegnare prevale sugli studi e la pratica sportiva. Siamo nel ‘57. Grandi anni! Il calciatore Sivori illumina di genio i campi di calcio. Roncalli è eletto Papa. De Gaulle va al potere e scuote l’Europa in negativo e positivo. Io vado a Parigi con la borsa di studio del governo francese e conosco Gianni Novak e Jean Paulhan. Nel 1959 realizzo i miei primi quadri a strisce. Nel ‘60 conosco e sposo Madeleine Carbonnier.”

Frascà a Parigi ritrova Ninì Santoro, suo compagno di scuola al Convitto Nazionale di Roma. Come già Santoro, Frascà avrà modo di frequentare lo studio e scuola di incisione Atelier 17 di Stanley William Hayter, un centro straordinario di sperimentazione artistica, che Hayter aveva impostato sul principio che occorresse creare direttamente sulla lastra, senza disegni preparatori. Vi avevano lavorato, tra i tanti, Picasso, Dalí, Chagall, Miró, Ernst, Giacometti.

Picasso, che era solito sedere al Cafè de Flore, storico caffè nel quartiere Saint-Germain-des-Prés, frequentato abitualmente da artisti, scrittori, intellettuali.

“Ad un certo punto – riferisce Santoro in una tavola rotonda – tornammo da Parigi, io e Nato Frascà, pieni di idee, volevamo fare, come tutti vogliono a quell’età. E il saggio Achille [Pace] dice: «No, fermatevi, stiamo insieme». E allora io gli dicevo «vogliamo fare un gruppo, ci richiameremmo un po’ a Forma 1, facciamo così, Gruppo 1».
Ma questa, del Gruppo 1, è un’altra storia, che inizierà l’anno successivo a queste foto.