Nato giovinetto
La piazza dell’Isolotto (foto di repertorio)

Riprese nella Comunità dell’Isolotto (Firenze)

Da un Cinegiornale libero del 1970:

Intervistatore: “Don Mazzi: nella geografia sociale italiana in quale situazione si colloca la vicenda dell’Isolotto?”
Don Mazzi: “Io credo che anche in Italia come del resto un po’ in tutto il mondo esista una richiesta rivoluzionaria, nel senso ampio del termine: la nostra esperienza si colloca chiaramente in questa ricerca.” “La struttura della Chiesa in cui noi siamo è una struttura che ha un aspetto che è quello della potenza, della ricchezza, quello della compromissione col potere, che è un aspetto non da trasformare – che è impossibile trasformare – ma che bisogna battere, bisogna eliminare”.

Intervistatore: “Cosa intendete voi per ‘chiesa’?” “Quando noi diciamo che siamo una comunità religiosa radicata nella chiesa intendiamo dire radicata nella chiesa istituita da Gesù Cristo nel momento in cui Cristo è morto sulla croce: quindi la chiesa degli sfruttati, la chiesa degli oppressi, la chiesa di coloro coi quali Cristo si è identificato.”

Questo era Don Enzo Mazzi, parroco dell’Isolotto dal 1954 al 1968. Al momento in cui Frascà lo riprende, nel dir messa all’aperto, a seguito di fortissime tensioni con le gerarchie cattoliche, la Comunità dell’Isolotto ha 10 anni di storia, di esperienze condivise, sociali e politiche, di battaglie.

In quel periodo Frascà sta girando per la RAI una serie di documentari: uno di questi, poi non arrivato a conclusione, riguardava la Storia del Movimento Operaio. E’ probabile che nell’ampia panoramica dei movimenti sorti a fianco delle rivendicazioni operaie e sulla spinta dei fermenti sociali di trasformazione, Frascà sia andato all’Isolotto per documentarne volti e parole.
Oppure per darne una documentazione autonoma, come emergerebbe dal taccuino di appunti utilizzato per i documentari girati tra il ’68 e il ’70.

Nella biblioteca di Frascà c’è il volume Isolotto 1954/1969, testimonianza “a caldo” di quell’esperienza, uscito proprio nel ’69, con l’introduzione di Don Mazzi.

Diramazioni, in itinere

… due nastri magnetici con la registrazione sonora